mercoledì 26 ottobre 2011

RAPERONZOLO (Grimm): interpretazione psicoanalitica

Lo psicanalista viennese Bruno Bettelheim, nella sua celeberrima opera del 1977 Il mondo incantato, si è occupato dell’interpretazione in chiave edipica di questa fiaba, affermando che la bambina in pieno conflitto edipico sdoppia la figura materna in buona e cattiva. Ciò avviene in Raperonzolo  così come anche in altre fiabe quali Biancaneve e Cenerentola. Mentre la madre buona consente di conservare tutti i sentimenti positivi che la piccola nutre per lei, la madre cattiva diventa la ‘guardiana’, la rivale nella lotta per l’attenzione del principe, che in questa fase rappresenterebbe il padre. Non è un caso infatti, sotto questo profilo, che Raperonzolo venga rinchiusa nella torre non appena giunta alle soglie dell’adolescenza, quando diviene appunto, competitiva. Bettelheim si sofferma poi sulla versione dei Grimm, osservando che la consumazione del rapporto fra i due innamorati, di cui non viene mai fatto cenno, è desumibile solo dall’improvvisa presenza dei figli e che di questi si fa cenno unicamente per sottolineare il legame fra i genitori durante il periodo di separazione. Proprio per via questo ‘buco narrativo’, comune nelle fiabe, secondo lo studioso austriaco nei bambini si trasmetterebbe l’idea che i figli possano essere mero frutto dell’amore, senza bisogno dell’intermediazione sessuale. Tuttavia, e questa è una personalissima considerazione da prendere quindi unicamente come possibile spunto, è interessante notare che nella versione di Prezzemolina, dove peraltro non compaiono i figli, appaia però una scala di seta: se si vuole usare come chiave di interpretazione simbolica quella freudiana, come Bettelheim sceglie di fare, non si può allora evitare di Bruno Bettelheim osservare che nell’Interpretazione dei Sogni, Freud ipotizza come l’azione di fare le scale rappresenti, nel linguaggio onirico, un’allusione al rapporto sessuale. E poiché le stanze, con le loro entrare e uscite (o, in questo caso, l’eloquente dettaglio della quasi totale mancanza di esse che sottolinea l’inespugnabilità) rappresenterebbero generalmente la donna, anche l’edificio dove è rinchiusa la fanciulla suggerisce una valenza ‘imparentata’ con quella delle scale. E’ interessante notare anche come Bettelheim sorvoli su un altro dettaglio tipicamente freudiano, ossia il particolare del principe reso cieco durante il periodo di privazione della sua amata e risanato una volta ricongiuntosi a lei. Secondo Freud, infatti, la cecità simboleggerebbe la castrazione. Pertanto si può ben ipotizzare che, nella fiaba, si alluda simbolicamente alla rinuncia, dal parte del principe, alla propria sessualità finché perdura l’assenza dell’amata e al suo recupero una volta che egli l’abbia ritrovata.


La fiaba di Raperonzolo è stata riproposta con il personaggio principale interpretato da Barbie:

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